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martedì 1 aprile 2014

L’INVIATO DE “L’ESPRESSO” FABRIZIO GATTI A CERNUSCO PER LO SPETTACOLO “LA NOSTRA MAFIA QUOTIDIANA. GLI ANNI DELLA PESTE”


L’appuntamento è in programma il 4 aprile alle ore 21 alla Casa delle Arti (ingresso gratuito) La storia di un giornalista infiltrato e di un killer della ‘ndrangheta che, al suo battesimo con la pistola, non ha il coraggio di uccidere: il giornalista insegue la via dell’eroina a Milano mentre il killer diventa un testimone al maxiprocesso contro la ‘ndrangheta al Nord. Questo il contenuto del racconto scenico “La nostra mafia quotidiana. Gli anni della peste” che il giornalista del Corriere della Sera e inviato de “L’Espresso” Fabrizio Gatti terrà al prossimo appuntamento della rassegna “Indignarsi non basta” e che viene presentato ai cernuschesi a pochi giorni di distanza "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie", promossa da Libera.
La rappresentazione, che nasce dall’omonimo libro edito da Rizzoli, è il frutto di un’inchiesta che Gatti ha condotto mimetizzandosi da operaio del gas per seguire l’attività di una banda di trafficanti di droga. Una via che lo ha portato fin dentro le maglie della criminalità mafiosa, fino alle stragi di Cosa Nostra ed alle collusioni fra Stato e mafia. E’ così che Fabrizio Gatti, con la sua testimonianza in prima persona, fa scoprire al pubblico la mafia della porta accanto. Il killer raccontato nello spettacolo diventa collaboratore di giustizia e contribuisce a far condannare i vertici della ‘ndrangheta al nord. Tradito dallo Stato, che gli toglie la protezione, mantiene comunque fede al proprio impegno di testimone, anche se finirà per tornare a delinquere. Quello che succede attorno, fra Milano e la Sicilia, è invece descritto da un giornalista la cui vicenda si intreccia con quella del giovane killer. In questo contesto, c’è un avvocato che ha aiutato imprenditori legati alla mafia fare strada in politica fino ad arrivare ai vertici dello Stato, così come poliziotti e funzionari asserviti al crimine. Il messaggio forte e chiaro è che dietro la storia della mafia, delle stragi, degli accordi con lo Stato, si nasconde un male più profondo: il lassismo e la corruzione diffusa, una “peste” che è riuscita a infilarsi ovunque e che fa dell’Italia il Paese che è oggi, con una presenza criminale che ormai non è più soltanto al sud ma soprattutto investe ed è molto potente anche al nord.

Con questo spettacolo, il terzo della rassegna "Indignarsi non basta" del 2014 portiamo in scena un tema purtroppo sempre attuale ‘La nostra mafia quotidiana’. La grande capacità d’inchiesta di Fabrizio Gatti  ci mette di fronte l’articolata descrizione del’’inquietante scenario dell’infiltrazione delle mafie nelle strutture politiche e sociali del nostro Paese. In questo contesto il teatro è un’occasione di sensibilizzazione dei cittadini per garantire e incentivare la maturazione di una forte coscienza civica rispetto all’ormai sempre più dilagante fenomeno mafioso che, come , sappiamo, riguarda indistintamente tutto il Paese.

Fabrizio Gatti è ormai considerato il giornalista italiano infiltrato per antonomasia: ha utilizzato i travestimenti per denunciare, dalle pagine del settimanale L’Espresso e nei suoi libri, ingiustizie, sfruttamento, illegalità e altre nefandezze dopo averli osservati e vissuti “dal di dentro”. Lo ricordiamo nelle vesti di rumeno impiegato in Puglia nella raccolta di pomodori, di addetto alle pulizie al Policlinico di Roma, e soprattutto di immigrato ripescato in mare e rinchiuso nel centro di permanenza temporaneo di Lampedusa.

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