Una sala strapiena di pubblico è stata la dimostrazione che quando si propone buona politica la risposta è positiva. Uno dei modi per arginare il qualunquismo e l'antipolitica, è quello di COSTRUIRE in modo COLLEGIALE percorsi che DISEGNINO un futuro migliore, alimentando la speranza che la politica sia un mezzo per trasformare la società. E stamattina, i vari interventi, i vari stimoli che sono emersi, spingono nella direzione del CAMBIAMENTO reale.
Sulla SCUOLA, alla deriva da anni, è necessario un impegno comune e solidale, da cui l'idea di ispirarsi al modello del "Patto per la scuola" di Modena, che l'assessore Adriana Quarzè ha brillantemenre presentato: un Patto che prevede uno statuto dinamico in progress, grazie al lavoro di tutti, docenti, genitori, lavoratori, educatori, associazioni. Un Patto che faccia fronte alle risorse pubbliche calanti e ad un disinvestimento progressivo da parte della Stato. Un Patto che parta dal FOCUS di rilancio del quadro valoriale, dalla Coprogettazione cercando di migliorare l'utilizzo delle risorse disponibili, dal fatto che ogni cittadino si trovi di fronte ad un UNICO punto di accesso per l'iscrizione alla scuola, che sia pubblica o paritaria (grazie al centro unico di distribuzione), con un Piano allo Studio di ogni scuola coordinato e omogeneo,
Dalla presentazione di Rita Zecchini :
"Come vedete alle mie spalle l'oggetto del seminario odierno è il “Patto per la scuola”, un modello di governance che vorrei riuscissimo ad introdurre nella nostra città e che, via via nella mattinata, cercheremo di declinare. Per spiegarvi i motivi di questa mia volontà, mi è necessario descrivere brevemente il mondo della scuola cernuschese, di cui mi occupo dalla scorsa estate tramite l'assessorato all’Educazione, e i cambiamenti che lo hanno investito.
Come Assessore ai servizi scolastici ed educativi sono responsabile:
• assistenza educativa per alunni disabili;
• mediazione e facilitazione rivolta agli alunni stranieri;
• servizi di sostegno e prevenzione contro la dispersione scolastica;
• servizi di consulenza psicedagogica;
• servizi pre-scuola;
• servizi mensa;
• trasporto degli alunni;
• fornitura degli arredi scolastici;
• contributi finalizzati al funzionamento delle scuole e al miglioramento dell'offerta formativa;
• convenzioni con scuole paritarie.
Servizi che il nostro Comune eroga ai quasi quattromila bambini e ragazzi tra i tre e i quattordici anni che frequentano le scuole di infanzia, primarie e medie cernuschesi.
Servizi che il nostro Comune cerca di erogare nonostante le difficoltà di questi anni complessi.
Difficoltà legate ai continui tagli di bilancio che investono gli enti locali. Difficoltà che investono il mondo della scuola pubblica nazionale.
Il modo più efficace che ho trovato per trasmettervi le difficoltà che incontriamo nel quadrare il bilancio comunale, cercando testardamente di non tagliare i servizi erogati ai cittadini, è quello di elencarvi due freddi numeri:
• 57.000.000 di euro – a questo numero corrispondeva la spesa comunale dello scorso anno;
• 7.000.000 di euro – a questo numero corrisponde la riduzione di trasferimenti statali per la nostra città per il solo 2013, causa spending review e diversa gestione dell'IMU.
Questo tredici percento di cura dimagrante per il bilancio non è però un eccezione, è invece l'ennesimo taglio nei trasferimenti statali a cui abbiamo assistito negli ultimi anni.
Ci sono poi le difficoltà nel mondo della scuola pubblica nazionale. Difficoltà legate principalmente
a quelle riforme che hanno velocemente impoverito questo importante servizio. Se ci soffermiamo
ad esempio solo sulla riforma Gelmini, scopriamo che a livello nazionale in soli tre anni sono
state tagliate 87.000 cattedre, 44.000 dipendenti ATA, 28.000 maestri e 20.000 docenti di scuola
media. L'impatto di questa riforma sulle sole classi a tempo lungo, fino a 39 ore settimanale, è stato
devastante. La riduzione nazionale degli alunni di queste classi è stata di più del 55%.
Se entriamo quindi nell'ottica adottata della spending review, dalla modifica della gestione dell'IMU
e della riforma Gelmini, i servizi erogati ai cittadini e in particolare quelli del mondo della scuola
sono solo dei costi. Delle voci di bilancio comprimibili.
IO NON SONO D'ACCORDO.
Per me la scuola:
• è istruzione di qualità – volano quindi per la ripartenza del sistema Italia, che tutti auspichiamo;
• è educazione – ad esempio educazione alimentare, educazione ambientale ed educazione sessuale. Tutti ambiti delle società in cui viviamo;
• è integrazione - la funzione formativa della scuola deve trasformare le diversità in occasioni
di confronto, di crescita e di scambio. Gli alunni svantaggiati, gli alunni portatori di handicap, gli alunni provenienti da altri Paesi, soprattutto extracomunitari, devono avere le medesime opportunità educative.
La scuola è poi un mondo più complesso di quello che spesso ci viene descritto. È un mondo dove
interagiscono soggetti diversi: studenti, docenti, personale amministrativo, tecnico e ausiliario,
genitori, educatori e associazioni.
Come governare questa complessità? La mia proposta è un modello di sinergia e partecipazione
attiva.
Un modello che ho già adottato l'estate scorsa quando avevo avviato la creazione del coordinamento
della Martesana. Coordinamento a cui avevano aderito 14 comuni e che ha contribuito a trovare
una soluzione a quello che alcuni media locali avevano definito il problema degli “esuberi” nella
scuola d'infanzia.
A settembre abbiamo dato vita ad un gruppo di lavoro finalizzato a cercare dei modelli di
riferimento nazionale di sinergia e partecipazione attiva. Modelli che avessero delle caratteristiche
precise:
• rispetto delle autonomie e delle deleghe dei soggetti partecipanti;
• processi decisionali precisi ed efficaci;
• capacità di limitare la frammentazione degli interventi;
• capacità di individuare bisogni e soluzioni con modalità collegiali;
Il modello di riferimento che questo gruppo ha individuato è il “Patto per la Scuola della città
di Modena”. Modello che oggi abbiamo l'onore di sentirci raccontare da chi lo ha immaginato e
voluto, l'assessore all'Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzè.
Questo modello lo abbiamo cominciato a presentare lo scorso autunno ai dirigenti scolastici del
territorio e lo abbiamo analizzato in parte nella Commissione Consigliare Educazione e Cultura.
Il percorso di nascita del Patto per la scuola di Cernusco non è però concluso e non si concluderà
oggi con questo seminario. Questo perché la scrittura di questo Patto voglio ... vogliamo che sia un
processo sinergico che veda coinvolti tutti gli attori del mondo della scuola.
Oltre alla dottoressa Querzè, questa mattina abbiamo chiamato a parlarci del loro lavoro, alcuni
esempi positivi di soggetti del mondo scuola. Soggetti che operano sul lato dell'inclusione,
dell'integrazione, dell'associazionismo e della prevenzione della dispersione scolastica. Spero che
molti di questi soggetti decidano di partecipare attivamente nei processi avviati dal Patto per la
Scuola.
Ma questa mia speranza di partecipazione si estende anche su tutti voi. Questo perché la nostra
città ... i nostri ragazzi ... hanno bisogno di più forze ... di tutte le forze ... anche delle vostre forze!"
Dopo gli interventi degli invitati al seminario, sono seguiti gli interventi del pubblico, che hanno mostrato apprezzamento per l'avvio di questo percorso e per l'iniziativa organizzata.
Un intervento ha puntato la luce sui possibili esuberi futuri della scuola dell'infanzia: a Cernusco la gestione di tale criticità è stata affrontata nel 2012 con successo grazie al coinvolgimento dei genitori e di 14 Comuni della Martesana. A Modena l'assessore Quarzè ha mostrato una ipotesi che hanno percorso a Modena con la creazione di una fondazione a completa partecipazione pubblica. Una fondazione che si fa carico degli insegnanti per le scuole comunali modenesi, garantendo lo stesso stipendio dei dipendenti comunali e il contratto a tempo indeterminato. Un modo per rispondere all'emergenza delle mancate nomine dei docenti, senza pesare sui lavoratori (con la loro precarizzazione e riduzione degli stipendi) nè sulle famiglie (appaltando ai privati con il conseguente aumento delle tariffe). Una scelta per salvaguardare la scuola pubblica dalla logica di privatizzazione a cui il "pensiero unico" sta mirando in tutti gli ambiti: di fronte alla crisi economica, gli Stati fanno fatica a trovare soluzioni, senza cedere ai compromessi dettati dalle banche e dalle multinazionali. Una logica di privatizzazione che rischia di alimentare la selezione dei migliori, i più meritevoli, per portarli un un mondo della produzione sempre più selettivo, in cui i posti di lavoro scarseggiano. Invece come più volte detto nella mattinata, il SUCCESSO FORMATIVO non si giudica solo sul merito in base a standard precodificati.
L'esempio di Giacomo, che fa parte dlel'Assocazione dei Dislessici dimostra che i normodotati non sono migliori, ma semplicemente hanno capacità diverse e tempi di apprendimento diverse. La DIVERSITA' è un modo per arricchire le esperienze del singol oe della comunità, e questo può essere garantito solo da strumenti e luoghi pubblici aperti e non omologati.
Altra questione è quella di come valutare la qualità della scuola, e di come rendere trasparenti tali valutazioni. Il sistema INVALSI si è dimostrato fallace e poco attento alle problematiche di ogni realtà scolastica.
La qualità della scuola non dipende solo dai docenti, ma anche dalle situazioni familiari e le loro difficoltà, dal territorio sociale in cui sono radicate. Ed è proprio in questo senso bisogna lavorare con tutti gli attori presenti sul territorio per una migliore scuola.
Un'altra questione emersa è quella della DISPERSIONE SCOLASTICA, presentata in modo fantasmagorica da Nico del CAG. I ragazzi che in USA vengono etichettati come NEET (Not in Education, Employment or Training), ovvero ragazzi che hanno abbandonato la scuola, sono senza lavoro e che non partecipano ad alcun corso di formazione.
Ragazzi che diventano prede del mondo della droga e della criminalità.
Eppure il sistema scuola non riesce a segnalare questi ragazzi. Serve un coordinamento delle scuole, degl ieducatori, delle associazioni come il CAG che vedono giornalmente questi NEET. Ancora una volta, è necesario un PATTO PER LA SCUOLA.
Buona scuola che come dice Danilo Radaelli è anche Buona politica.
NOTE DI COLORE
La Vecchia Filanda è un bellissimo posto per le conferenze e per le attività, ma non è ancora pronta per chi ha difficoltà motorie come un anziano o disabile, in quanto per raggiungere la sala conferenze bisogna usare le scale: l'ascensore non funziona.
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