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martedì 28 maggio 2013

Venerdì 31 maggio ore 21 "STUPEFATTO"

Ultimo spettacolo alla Casa delle Arti della rassegna "INDIGNARSI NON BASTA" a cura dell'Assessorato alle Culture con il coordinamento di Alex De Nando, Fabrizio Di Giovanni, Arianna Scommegna e Mario D'Avino.

La compagnia ITINERARIA chiuderà in bellezza la Rassegna teatrale alla Casa delle Arti di Cernusco sul Naviglio con“STUPEFATTO - Avevo 14 anni, la droga molti più di me” . Uno spettacolo teatrale emozionante, in forma di narrazione, un'inchiesta sul mercato delle droghe e le multinazionali del farmaco. 


Uno spettacolo intenso che risolve le difficoltà di approccio ad un problema tanto delicato quanto dilagante. Da non perdere!

Ai giovanissimi viene correttamente insegnato che la droga fa male, “nuoce gravemente alla salute!” Loro, crescendo, vedono amici che si divertono usando droghe. Risultano più estroversi e allegri. E qui l’amletico dubbio si insinua nei loro pensieri. Crederanno agli amici? Oppure le giuste raccomandazioni dei genitori avranno la meglio? 

Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Enrico Comi, lo spettacolo con il suo carico emotivo e di informazioni, scardina alcuni luoghi comuni diffusi tra i giovanissimi: 
“smetto quando voglio”;
“la canna fa meno male delle sigarette”;
“sono droghe naturali”
“le canne non hanno mai ucciso nessuno”;
“lo faccio una volta sola… per provare”.

Com’è possibile interessare i ragazzi e riuscire a coinvolgerli in una riflessione profonda su questi temi? Non è semplice nella quotidianità. Non è facile a tu per tu, tantomeno confrontandosi con un numeroso e variegato gruppo. I mezzi professionali teatrali e l’esperienza attorale sono armi efficaci per raggiungere l’obiettivo. L’attore Fabrizio De Giovanni, interprete di “STUPEFATTO”, fa del teatro civile e dell’impegno sociale il suo cavallo di battaglia.
Da una progetto di: Enrico Comi
Interpreti: Fabrizio De Giovanni
Regia: Maria Chiara Di Marco



MESSAGGI di alcuni studenti che hanno assistito allo spettacolo:


Siamo molto soddisfatte da questo spettacolo in quanto l'insegnamento sulla prevenzione del consumo di droghe ci ha fatto riflettere. La forma del monologo ci ha colpito molto più di quanto ci saremmo aspettate.

Il nostro giudizio è positivo: nel complesso lo spettacolo è stato molto interessante. I fatti raccontati sono realistici e coerenti; stimolanti anche le testimonianze finali. E' stato sottolineato giustamente il ruolo della famiglia, l'unica ragione per cui Rico prova a smettere.

Lo spettacolo mi è sembrato un ottimo modo per fare prevenzione. Ho imparato cose che non conoscevo. Viene mostrata chiaramente la dipendenza che gli stupefacenti creano, perché Rico, dopo essere andato in coma la prima volta, continua comunque a farne uso. E' stato bello anche chiarire come le droghe sono entrate nella nostra società.

E' stato bello aver messo una ricostruzione storica sull'arrivo e la diffusione delle droghe, con le relative immagini.

da un insegnante:

I ragazzi sono stati molto coinvolti dallo spettacolo e dal racconto. “È stato grande!” è il commento di un allievo. Qualcuno ha pensato di recuperare anche il libro, mentre la discussione in classe si è concentrata sulla difficoltà di Rico di uscire dal tunnel.
Interessante è il fatto che più di uno studente ha raccontato che all’inizio della storia, quando Rico descrive le prime esperienze con le canne,  ha provato il desiderio di provare anche lui/lei. Continuando però a seguire la vicenda, ha sentito tutto il dramma cui questo inizio ha portato, e ha cambiato radicalmente idea.
Molto è piaciuto anche lo scambio di notizie finale con l’attore, che ha portato informazioni per loro, e anche per noi, nuove.
Dal nostro punto di vista, questo spettacolo era davvero adatto ai nostri ragazzi, per il linguaggio e per la recitazione, e soprattutto per il punto di vista da cui la vicenda è  vissuta e narrata, punto di vista che non permette una facile confutazione dell’idea di fondo sulla droga. 
La bravura dell’attore, l’efficace costruzione dello spettacolo, il testo che pare scritto mano a mano che si svolge la vicenda, danno agli spettatori quel coinvolgimento e quella partecipazione che permette davvero di interrogarsi sui  giovani coinvolti in questa dipendenza.

Il bilancio della partecipazione è sicuramente molto positivo e ci porta ad auspicare la ripetizione dell’esperienza anche per i prossimi anni.

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